Il giovane Ciccillo ha fatto credere allo zio Felice Sciosciammocca, che lo mantiene lautamente, di essere laureato in medicina e di avere bisogno di danaro per le sue iniziative professionali. In realtà quel danaro gli serve per mantenersi e per pagare i frequenti debiti di gioco. L'arrivo a Napoli dello zio e famiglia rischia però di svelare l'imbroglio. Così Ciccillo fa credere allo zio che la pensione dove vive sia una casa di cura per malati di mente. Nel suo inganno ha buon gioco, visto il carattere bizzarro dei personaggi che la frequentano: musicisti falliti, attori dilettanti "pazzi per il teatro", militari burbanzosi, signorine da accasare a qualunque costo. Ogni cosa alla fine sarà chiarita, ma non prima che la commedia abbia dato fondo a tutte le risorse di una comicità nata dall'equivoco di savi creduti pazzi. Scritta nel 1908, la commedia è stata ripresa in diretta dal San Ferdinando di Napoli nel 1959.